Un’aquila tra le pietre: Venzone e il cuore degli Alpini bresciani

Nel nostro cammino verso l’Adunata di Biella, il Gruppo ANA 8º Reggimento Alpini si fermerà a Volta Bresciana. Non è solo una tappa: è un ritorno. Un omaggio doveroso a un legame che affonda le radici nel fango, nella polvere e nella speranza che seguirono il terremoto del Friuli. È la storia di Venzone e degli Alpini bresciani, una storia scolpita nella roccia e forgiata nel cuore.
11 settembre 1977. Un anno dopo le ultime scosse, quando il silenzio tornava a imporsi sulle strade e sulle case ricostruite, Venzone volle dire “grazie”. Non con una cerimonia qualunque, ma con un gesto che avrebbe sfidato il tempo: un monumento.
Un’aquila in ferro battuto, imponente e leggera insieme, planante con un piccone e un badile tra gli artigli — simboli della ricostruzione, strumenti di pace. L’opera è frutto del lavoro e del cuore dell’alpino Vittorio Piotti, scultore e cantierista di Rodengo Saiano (BS), realizzata nei ritagli di tempo dopo le giornate spese ai Rivoli Bianchi di Gemona.

Quel giorno, in tanti si riunirono per rendere omaggio a quella fratellanza senza confini. A fare gli onori di casa c’erano il sindaco di Venzone, Antonio Sacchetto,
e il vicesindaco Zamolo, insieme al Col. Veneziano, capo-campo ANA, e al Geom. Mariotto, responsabile dei cantieri. Presenti anche figure di altissimo livello militare e associativo, tra cui:
- Il Gen. Dal Fabbro, presidente della Sezione di Padova
- Il Gen. Rizzo, comandante della Brigata Alpina Julia
- Il Gen. Giannullo, comandante del Genio del 5° Corpo d’Armata
- Il Gen. De Acutis, già alla guida della Julia nei giorni del sisma
- Il Ten. Col. Bardini, comandante del 3° Btg. Genio Guastatori “Verbano”
- Il Ten. Col. Tognellini, in rappresentanza della Brigata “Cadore”
- Il Dott. Palese, presidente della Sezione ANA di Gemona
- Il Geom. Paschini, insieme al Gen. Meneguzzo e al Col. Buliani del Centro Operativo di Torreano
Ma fu soprattutto la voce di Alfredo Molinari, inviato speciale dal presidente nazionale Bertagnoli, a lasciare il segno. Impossibilitato a intervenire di persona, Bertagnoli affidò a Molinari un messaggio profondo, denso di gratitudine, che commosse tutti i presenti.
Sotto gli occhi di una comunità riunita cittadini, alpini, volontari, molti giunti appositamente da Brescia e Reggio Emilia si svolse la benedizione del monumento e della nuova Via degli Alpini. La rimozione del tricolore che li celava fu seguita da un discorso semplice ma potente del sindaco Sacchetto, che ringraziò con calore chi aveva operato per Venzone e chi continuava a farlo.
Per la prima volta , quasi cinquant’anni dopo, il nostro Gruppo fa tappa a Volta Bresciana con lo stesso spirito. Per rinnovare un patto di riconoscenza, per dire ancora una volta grazie a chi, senza chiedere nulla in cambio, ha donato fatica, tempo e cuore a una terra ferita.
Perché quell’aquila forgiata da mani bresciane ma liberata sopra Venzone non è solo arte. È memoria viva. È fratellanza. È la storia che ci portiamo addosso, pedalata dopo pedalata, chilometro dopo chilometro, fino a Biella.
Un sentito grazie a Valeria Marchetti della Redazione de L’Alpino per averci gentilmente fornito l’estratto dell’ottobre 1977, da cui abbiamo tratto gran parte delle informazioni che rendono possibile questa ricostruzione della memoria alpina.
Gruppo ANA 8º Reggimento Alpini – Venzone
“Aiutare è la nostra missione”